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Le Iene alla mammana cinese

Quello che per il Giornale è solo un dato da cronaca locale (10 aborti clandestini al giorno nella Chinatown milanese – riportava a novembre 2008), per le Iene è un volto, un nome e un cognome: la puntata dell’altro ieri ci regalava un servizio in cui si stanava una mammana cinese, complice una diciottenne che fingeva di aver fatto il danno e di volersi liberare delle conseguenze. La mammana in questione si dice pronta a “sterilizzare i ferri” seduta stante, chiaramente senza visite nè controlli (era sufficiente il test di gravidanza positivo) il tutto a soli 300 €. Ma l”affare” non si chiude e la complice se ne va.

E a questo punto cosa succede? Parte la denuncia alla mammana? Si chiude il servizio, lasciandoci tutti indignati a domandarci quanto meriterebbe un Pulitzer?

Nossignori! La iena torna da lei, le sventola davanti al naso il ditino e le fa una sonora ramanzina: “No no no! Non si fanno mica di nascosto queste brutte cose, tanto più che in Italia l’aborto è un diritto per tutte le donne ed è gratuito (si ostina a ripetere la iena), hai capito? Non farlo mai più, eh, monella?! Se no torniamo e ti tiriamo le orecchie! Anzi, visto che non sai l’italiano, ti abbiamo preparato un bel cartello con su scritto in mandarino che in Italia l’aborto clandestino è vietato, e lo appendiamo proprio qui all’ingresso, col nastro biadesivo che ci siamo portati dietro apposta”.

E se al posto della cinese ci fosse stato un medico italiano con lo studio in piazza San Babila?

Gira voce che in Italia sono rimaste solo le Iene e Striscia a fare dell’ottimo giornalismo d’inchiesta: beh, è un peccato per la mammana cinese che l’abbiano sgamata le Iene, se la pizzicava Jimmy Ghione se non altro ci rimediava un tapiro.

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